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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cesare
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De bello civili II,12
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originale
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[12] Qua nova re oblata omnis administratio belli consistit, militesque aversi a proelio ad studium audiendi et cognoscendi feruntur. Ubi hostes ad legatos exercitumque pervenerunt, universi se ad pedes proiciunt; orant, ut adventus Caesaris exspectetur: captam suam urbem videre: opera perfecta, turrim subrutam; itaque ab defensione desistere. Nullam exoriri moram posse, quo minus, cum venisset, si imperata non facerent ad nutum, e vestigio diriperentur. Docent, si omnino turris concidisset, non posse milites contineri, quin spe praedae in urbem irrumperent urbemque delerent. Haec atque eiusdem generis complura ut ab hominibus doctis magna cum misericordia fletuque pronuntiantur.
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traduzione
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Presentatasi questa insolita situazione, ogni operazione di guerra viene sospesa e i soldati desistono dal combattimento, mossi dal desiderio di ascoltare e sapere. I nemici, giunti al cospetto dei luogotenenti e dell'esercito, si gettano tutti ai loro piedi; scongiurano di aspettare l'arrivo di Cesare. Essi, dicono, vedono la loro citt? presa; le opere d'assedio completate, la torre abbattuta e perci? rinunciano alla difesa. Dicono inoltre che, se essi, quando giunger? Cesare, non eseguiranno i suoi ordini, non ci sar? nessun motivo per indugiare nel distruggerla subito, a un suo cenno. Spiegano che, se la torre cadr? del tutto, non si potr? impedire ai soldati, desiderosi di preda, di irrompere nella citt?, distruggendola. Queste e molte altre simili considerazioni vengono esposte da uomini colti quali erano, con pianti e tono tale da suscitare grande piet
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